Nel 1925, Coleman Griffith, noto anche come il fondatore della Psicologia dello sport, divenne la prima persona a intraprendere un percorso di carriera basato su di essa e lavorando con gli atleti dell'Università dell'Illinois.
Negli anni '60 la Psicologia dello sport ha avuto uno slancio importante rivestendo un ruolo crescente a livello agonistico e imponendosi sempre più sotto la luce dei riflettori in virtù di una sempre più diffusa presenza nella preparazione complessiva degli atleti, in particolare quelli appartenenti ai Paesi del blocco sovietico che ne adottavano con costanza i principi chiave.
Di conseguenza questa nuova area della psicologia ha poi portato verso un significativo interesse per l'applicazione della Scienza dello sport nelle culture sportive occidentali già negli anni '80. Da quel momento e in particolare negli ultimi 30 anni, la Psicologia dello sport ha visto un enorme aumento di interesse: gradualmente gli psicologi specializzatisi in questa area sono cresciuti numericamente e per competenze, al contempo sono molto apprezzati, richiesti e utili come parte integrante dei team di supporto della Scienza dello sport.
La Psicologia dello sport è stata influenzata dall'educazione fisica e dalle scienze dello sport a livello macro, rifacendosi ai principi della kinesiologia e della Psicologia generale al fine di ritagliarsi uno spazio specifico che la rendesse autonoma e ben definita come "disciplina" formativa dell'atleta.
Nonostante il crescente interesse e le maggiori applicazioni dei princìpi della Psicologia dello sport negli odierni domini sportivi e organizzativi, molte persone non hanno ancora ben chiaro in cosa essa consista. Non è raro, per esempio, quando si ascoltano commenti sportivi, pareri di vario genere, analisi tecniche in molte trasmissioni oppure leggendo articoli di giornale o sui siti web nel post-gara, imbattersi in affermazioni come "sembrano mentalmente affaticati", "ha mostrato una grande forza mentale nel gioco", "non hanno l'atteggiamento mentale giusto per batterli”, “era frustrato e ha perso la calma”.
Quante volte, tuttavia, tali commenti vengono fatti con una vera comprensione della teoria dietro le parole? Quanto poco si sa e quanto si presume ancora su cosa sia la psicologia dello sport e su come lavorino gli psicologi dello sport? Il rischio di una conoscenza superficiale è alto e con esso aumentano le probabilità che si traggano conclusioni affrettate o si esprimano opinioni che non si basano su una conoscenza di terminologia e dinamiche portanti della materia.
La Psicologia dello sport si concentra sulla relazione e, nello specifico, sulle interazioni tra il funzionamento psicologico dell’atleta e la sua prestazione sportiva, a partire da ciò che lo motiva nella disciplina, nell’allenamento fino alla gara: lo scopo è sicuramente quello di influenzare positivamente questa relazione al fine di creare la migliore opportunità possibile per l'atleta di sperimentare livelli di prestazione ottimali. La componente psicologica dello sport è spesso l'ultima delle 4 curve considerate (tecnica, tattica, fisica e psicologica) nonostante il grande ruolo influente che gioca sulla capacità di prestazione e in prospettiva anche sulle potenzialità.
Elka Graham, leggenda del nuoto australiano, una volta ha affermato: "Negli allenamenti tutti si concentrano per il 90% sulla preparazione fisica e solo per il 10% sull’aspetto mentale, ma nelle gare i due valori si invertono”. Da qui emerge chiaramente come sia fondamentale avere una consapevolezza mentale adeguata e sviluppata alla quale va aggiunta una compattezza in termini di concentrazione e focus sugli obiettivi.
Quindi, come fanno gli psicologi dello sport a raggiungere il loro scopo di massimizzare le opportunità degli atleti per sperimentare livelli ottimali di prestazioni?
Karageorghis e Terry (2011) hanno suggerito che la Psicologia dello sport è una "scienza e un'arte". I fondamenti teorici chiave della Psicologia dello sport costituiscono le basi scientifiche con cui esercitare la professione di psicologo dello sport. L'arte è la capacità dello psicologo dello sport di applicare il giusto mix di interventi utilizzando fantasia e creatività per soddisfare al meglio le esigenze personali del cliente. Ciò mette in evidenza i diversi ruoli che uno psicologo dello sport può svolgere: un ruolo accademico, un ruolo di ricerca o un ruolo applicato. Avere la capacità di trasformare la conoscenza teorica in un metodo applicato è considerata una forma d'arte e può essere un processo difficile. Tuttavia, è necessario che per funzionare con successo, gli psicologi dello sport siano chiamati a comprendere le esigenze personali dei loro "clienti", prima come esseri umani e successivamente come atleti. Dare priorità alle loro esigenze per garantire i migliori risultati in ottica futura e migliorare il benessere personale e quindi la capacità di prestazione è la condizione indispensabile.
Le esigenze dei clienti possono variare enormemente e possono derivare da una serie di fattori diversi tra di loro. Spesso questi aspetti possono rientrare nel miglioramento delle prestazioni o nel benessere psicologico. In genere, quindi, uno psicologo dello sport potrebbe avere due prospettive: una filosofia di miglioramento delle prestazioni o un approccio più olistico in base al quale viene adottata una combinazione di miglioramento delle prestazioni e principi di benessere psicologico. Negli ultimi tempi, si assiste a un consenso più ampio sul fatto che la vita al di fuori dello sport e il nostro benessere psicologico generale svolgano un ruolo influente sul miglioramento delle prestazioni e quindi svolgano un ruolo altrettanto importante dei livelli di prestazione.
Pertanto, la Psicologia dello sport è una pratica applicata di metodologie solide da parte di un consulente adeguatamente formato e accreditato, un professionista che mira a migliorare la prontezza psicologica, il benessere psicologico e a fornire una base per massimizzare le opportunità di sperimentare prestazioni ottimali in base alle esigenze personali dei clienti.
Di recente con i Giochi Olimpici di Tokyo 2020 (per quanto la kermesse a 5 cerchi si sia svolta nel 2021 a causa della pandemia da Covid-19) abbiamo avuto molte informazioni in merito agli exploit vincenti di alcuni atleti che hanno trovato quello spunto decisivo grazie a un lavoro complessivo che ha tenuto in forte considerazione l’aspetto psicologico e di preparazione mentale alle gare.
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