La mindfulness può aiutare anche genitori promuovendo la felicità e alleviando lo stress. I bambini affrontano varie fasi nella crescita e in quella adolescenziale iniziano a vedere il mondo con occhi diversi acquisendo comportamenti che spesso verranno replicati in età adulta diventando allo stesso tempo abitudini, punti fermi e convinzioni.
Il nostro cervello si sviluppa costantemente per tutta la vita e le connessioni nei circuiti prefrontali vengono create al loro ritmo più veloce durante l'infanzia. La mindfulness, che promuove le abilità che sono controllate nella corteccia prefrontale, come la concentrazione e il controllo cognitivo, può quindi avere un impatto particolare sullo sviluppo di abilità tra cui l'autoregolazione, il giudizio e la pazienza durante l'infanzia.
La mindfulness rappresenta qualcosa di modellabile e non può essere esternalizzata poiché non è sufficiente affidarsi ad un insegnante per apprenderla ma richiedere un’azione interiore e allo stesso tempo prendersi più cura di stessi a partire dalla semplice meditazione che è utile per ridurre lo stress, aumentare la calma e la chiarezza e promuovere la felicità.
I neonati possono percepire la distrazione da parte degli adulti: la presenza va testimoniata semplicemente tenendo in braccio e con il contatto visivo soprattutto quando il piccolo è lì vicino e inizia a capire chi lo sta circondando con tutti i suoi atteggiamenti (irritazione ad esempio se non riesce a gestire il pianto del bambino, stress proiettato nella comunicazione tra genitori)
S - Stop, fermati un attimo e riparti con calma;
T - Take a breathe, fai un respiro e percepisci il tuo stato emotivo;
O - Observe, osserva e riconosci ciò che sta accadendo, nel bene o nel male, dentro di te o fuori;
P - Proceed, procedi, vai avanti e continua con quello che stavi facendo.
Da provare anche il "Mindful Games", un set di carte attività creato da Greenland e Harris che basa l’esperienza modellante nella passeggiata calma a e tranquilla con il neonato in braccio, tenuto in sicurezza e apprezzando il momento, apprezzando la fortuna di avere questa occasione e questo momento di vita
Questo step di crescita racchiude in sé altre sfide: è la fase del linguaggio, dell’equilibrio, della continua scoperta di tutto ciò che circonda il bimbo il quale entrerà in contatto con la realtà. I primi input riguardano le buone abitudini di attenzione: bisogna essere presenti fisicamente, guidandoli nei primi passi e intervenendo per evitare scoperte pericolose.
Un genitore deve essere calmo, sereno, in pieno controllo delle proprie tensioni: curare il respiro è un esercizio fondamentale perché aiuta a concentrarsi sul momento per tornare ad un punto di quiete e tranquillità. Col tempo, il genitore deve non solo ricorrere alla mindfulness sul bambino nei momenti di difficoltà ma anche per renderlo responsabile, autonomo e per certi versi indipendente. Con gradualità, quando i bambini crescono i punti di riferimento come i genitori o gli insegnanti devono ritagliarsi un altro spazio limitando gli interventi al fine di creare consapevolezza e incrementare le esperienze del piccolo.
Nel frangente appena analizzato, abbiamo parlato di crescita e quindi di un passaggio tra fasi: il bambino cresce, passerà più tempo a scuola e avrà un modus operandi pienamente esperienziale soprattutto nel rapporto con i compagni di classe o l’insegnante. Siamo davanti a ciò che è un nuovo orizzonte ovvero la comprensione del mondo e di sé stessi basato sulla curiosità e sulla ricerca di una nuova zona di comfort in cui ogni scoperta diventa un importante banco di prova.
A questa età, anche la pratica della consapevolezza può aiutare i bambini a scuola. Uno studio recente ha rilevato che i bambini di quarta e quinta elementare che hanno seguito un programma di meditazione di quattro mesi hanno dimostrato miglioramenti nel controllo cognitivo, nella memoria di lavoro e nei punteggi dei test di matematica. Altri studi hanno dimostrato che la consapevolezza può essere particolarmente utile per i bambini con disturbo da deficit di attenzione e iperattività e riduce anche l'aggressività, l'ansia e lo stress dei bambini. E in tutto il paese, molte istituzioni educative - dalle scuole elementari ai corsi di laurea - stanno portando la formazione sulla consapevolezza in classe.
Anche con la consapevolezza, la genitorialità può essere ancora una sfida. Mentre i bambini sperimentano gli alti e bassi naturali che fanno parte della crescita, per un genitore è fin troppo facile e naturale trovarsi alle prese con gli sbalzi di umore del proprio figlio. Col tempo, la pratica della mindfulness può alleviare i genitori e gli operatori sanitari dalla pressione di identificarsi con ogni esperienza del bambino.
R – Recognize ovvero riconosci ciò che sta accadendo analizzandolo con calma e accettazione;
A – Accept ovvero accetta la vita di essere così com'è, senza cercare di cambiarla subito e senza desiderare che fosse diversa in qualche modo;
I – Investigate ovvero indaga, uarda come ci si sente, sia che ti faccia arrabbiare o sia felice, che ti dia piacere o dolore;
N Non-Identification ovvero non identificazione poiché ciò che crea sensazioni può essere fugace
Adolescenti
Gli adolescenti possono sperimentare la consapevolezza più o meno allo stesso modo degli adulti, ma possono anche mostrare resistenza o poca elasticità nella pratica.
portare un atteggiamento consapevole nelle conversazioni, nelle amicizie e persino nei romanzi in erba: in ogni relazione o interazione, dovrebbe esserci uno sforzo per rimanere presenti, ascoltare attentamente e parlare con onestà e gentilezza.
Per le famiglie, un modo per ritualizzare questo è dare importanza al fatto di cenare insieme applicando norme di “presenza” più ferree, su tutte la riduzione al minimo delle distrazioni (mettere via telefoni e altri dispositivi durante i pasti).
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