6 princìpi della gestalt per migliorare nella fotografia

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Per migliorare le proprie capacità fotografiche occorrono passione e qualche buon corso con il quale apprendere le basi e migliorare le proprie abilità. Dare un tocco in più è sicuramente importante e l’originalità di una foto racchiude molti aspetti che maturano grazie ad esperienza e delle intuizioni, ma anche ricorrendo a tecniche extra-fotografiche si possono ottenere risultati interessanti.

È il caso dei principi della Gestalt applicati durante gli scatti: si, proprio la teoria elaborata da Max Wertheimer basata sulla percezione visiva secondo la quale vi erano dei princìpi che descrivevano come le persone analizzassero ed elaborassero ciò che vedevano.

“Gestalt” è una parola tedesca che significa “forma” o “tutto” e la teoria citata sostiene teoria che "Il tutto esiste indipendentemente dalle parti componenti".

Il legame con la fotografia si attua in modo più semplice di quanto si immagini: in ogni foto ci sono delle “parti” che alla fine costituiranno il tutto e in base a come le gestiamo uno spettatore percepisce ed elabora il significato della foto. L'input visivo e la percezione del mondo che ci circonda fanno parte della nostra vita quotidiana e da fotografi l’obiettivo principale è quello di presentare le informazioni visive in un modo che assumano il controllo di ciò che lo spettatore vede in foto.

Dobbiamo offrire più opzioni e indurre a scoprire più aspetti, analizzare vari elementi e catturare l’attenzione.

I sei concetti che trovano applicazione e possono dare i loro frutti in fotografia sono:

1. figura-sfondo;
2. chiusura;
3. continuità;
4. legge del destino comune;
5. somiglianza;
6. prossimità.

1. Figura-Terra:

è la relazione tra un oggetto e l'ambiente circostante dove la “figura” è l'oggetto (lo spazio positivo) mentre il “terreno” è tutto il resto (lo spazio negativo, lo sfondo). È importante mantenere un equilibrio tra negativo e positivo. La figura deve risaltare, essere definita: il terreno ha il compito di sostenerla ricorrendo ad una profondità di campo (utilizzando un obiettivo più lungo e il contrasto) o facendo in modo che lo spazio negativo definisca lo spazio positivo (il soggetto). Si può anche separare la figura dal terreno usando il colore e le dimensioni; creare la sensazione che la figura sia piccola e solitaria con il terreno in posizione predominante (tensione visiva); ricorrere all’ambiguità dove è evidente l’azione della figura ma la “forza” dello sfondo crea uno shock; infine, il “camouflage” (fondere la figura e il terreno).

2. Chiusura:

per coinvolgere lo spettatore questo diventa protagonista completando l’immagine, un modulo o un’idea con il suo intervento e diventando un partecipante attivo rimarrà più a lungo sulla foto. Lo spettatore che “chiude” ha un senso di piacere, l’elaborazione lo porterà a generare varie interpretazioni e fare più valutazioni sul significato dell’immagine che ha davanti.

3. Continuità:

la tensione visiva è importante e la possiamo creare forzando le idee più convenzionali spostando l’attenzione verso l’esterno della foto, creando una situazione che non si esaurisce nella sola foto (ad esempio un soggetto che guarda verso una direzione).

4. La legge del destino comune:

è la “direzione visiva" all'interno di una fotografia. Persone che vanno verso la stessa direzione o compiono lo stesso gesto diventano il tema dominante e sono anche percepiti come un'unità. Può essere utile anche mettere un messaggio nel punto della loro destinazione finale. Ha un certo fascino anche creare una situazione leggermente distorta: un gruppo di persone è intento a fare la stessa cosa mentre una si dissocia, guarda verso l’obiettivo o ha un comportamento opposto rispetto agli altri.

5. Somiglianza:

forme, colori, dimensioni o oggetti sembrano abbastanza simili da essere percepiti come un gruppo o un modello dando un senso di ritmo e armonia. Lo spettatore identifica forme e colori conosciute e identifica rapidamente il significato assumendo un ruolo attivo nell'esperienza della fotografia.

6. Prossimità:

gli oggetti presenti nella foto si muovono nelle tre dimensioni a noi note. Il rapporto tra il soggetto/figura e lo sfondo può spesso intaccare la profondità poiché crea relazioni tra gli elementi della foto che, se non strutturati a dovere, possono sortire difetti nella percezione dell’unità visiva.

Questi princìpi della Gestalt sono importanti se usati come strumenti ma è necessario tempo, esercizio, spirito giusto per incorporarli nell’azione dello scatto e quindi nel processo di pensiero.

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  • Iscritto all'Ordine degli Psicologi del Lazio nella Sez. Psicoterapeuti col N. 13304

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